La difficoltà di concepimento è una problematica che la coppia spesso vive come un fallimento. L’incapacità di realizzare il proprio sogno di diventare genitori può inoltre causare disagio e sofferenza nell’interazione con altre coppie, che stanno invece per avere un bambino o lo hanno appena avuto. In considerazione della delicatezza di questa tematica, comprendere le emozioni collegate all’infertilità è il primo e fondamentale passo per offrire alla coppia il migliore supporto.
Spiega la dottoressa Francesca Zucchetta, Psicologa – Psicoterapeuta del Centro di Medicina della Riproduzione Biogenesi presso gli Istituti Clinici Zucchi di Monza, del Gruppo San Donato, esperta in tematiche di infertilità di coppia e Procreazione Medicalmente Assistita: “Una coppia infertile è una coppia che soffre. Fra le fonti di disagio, vi è certamente il confronto con amici, parenti, colleghi, di età simile, che annunciano le loro gravidanze. La felicità nei loro confronti si mischia a una sorta di invidia fino al rifiuto di incontrarsi, di trascorrere una serata insieme. La percezione inoltre è che il loro progetto di genitorialità si sia realizzato senza difficoltà. Il maggior sforzo, provato in particolare dalle donne, è incontrare altre donne in stato avanzato di gravidanza, quella condizione tanto desiderata, prerogativa femminile.”
“Gli uomini invece avvertono maggior disagio di fronte a una carrozzina, con il bimbo appena nato, una situazione in cui certamente si rispecchiano di più. Ammettere di provare emozioni contrastanti nei confronti di persone care è disorientante e può provocare forti sensi di colpa, soprattutto se non si è mai avvertito un sentimento di gelosia o invidia. La mancanza di un figlio tanto desiderato è un’esperienza di frustrazione che genera certamente tristezza, ma anche senso di impotenza e di rabbia, senza che vi sia un reale colpevole verso cui indirizzarli. Ecco perché è possibile provare sentimenti negativi. Ed ecco perché non bisogna vergognarsene,” continua.
Per la coppia infertile i fattori stressanti sono numerosi: un supporto adeguato è essenziale
La dottoressa indica come fattore stressante per la coppia infertile anche la frequente necessità di rispondere a domande relative all’assenza di figli, comprensibilmente percepite come indiscrete e talvolta invadenti. La ragione è che tali osservazioni tendono a essere vissute come una mancanza nei confronti di determinate aspettative sociali.
In un contesto tanto complesso risulta dunque comprensibile la necessità, da parte della coppia, di poter ricorrere a un aiuto concreto inteso come sostegno psicologico qualificato che offra i giusti strumenti per gestire sia gli eventi appena citati che le relazioni con amici e conoscenti. Al fine di tutelarsi da quelle che dall’esterno potrebbero essere percepite come esperienze insignificanti, la coppia potrebbe scegliere infatti di mentire pur di proteggersi emotivamente.
“La pazienza è un’alleata essenziale per percorrere con maggiore tranquillità il cammino, un po’ più lungo e tortuoso, verso la genitorialità. Il mio consiglio innanzitutto è di allontanare da sé ogni senso di colpa: avere o meno un figlio non è un merito né viceversa una colpa. Le proprie energie piuttosto vanno canalizzate nel cercare validi aiuti, qualificati, che diano delle direttive chiare, senza perdere tempo prezioso. La coppia deve sentirsi unita e per questo è necessario mantenere il dialogo e la capacità di comprendere le reazioni emotive del partner, anche se diverse dalle proprie,” spiega ancora la dottoressa Zucchetta. “Nel frattempo, è importante continuare a fare progetti, lavorativi e non, a sfruttare il tempo libero per dedicarsi a una passione, un hobby, uno svago, che aiuti a distogliere il pensiero dalla situazione che ci si trova ad affrontare e dalle paure di un possibile insuccesso, e trovare un modo di rilassarsi. La vita sociale è fondamentale, ma andrà scelta con cura e nel rispetto del proprio stato d’animo. Anche l’attività fisica e stare all’aria aperta sono validi alleati. Di fronte a un cammino che può durare più a lungo del previsto, è infatti importante non focalizzare tutta l’attenzione e incentrare la propria vita e i propri rapporti esclusivamente attorno al progetto di genitorialità.”
Fiducia in sé stessi e l’inizio di un percorso di PMA: le chiavi di volta per affrontare il desiderio di genitorialità
La fiducia in sé stessi rappresenta quindi la chiave di volta per affrontare al meglio il proprio desiderio di genitorialità, e per convogliare le energie in un percorso di Procreazione Medicalmente Assistita, in questi casi estremamente consigliato.
“Io consiglio ai miei pazienti di provare ad affrontare il percorso di PMA come un’opportunità, di certo profondamente diversa da come si erano immaginati di realizzare il loro sogno, ma un’opportunità concreta, alla loro portata; con l’ottimismo di essere in grado di affrontare, insieme, una nuova esperienza di vita. Sempre informati e supportati. È importante infine prendere coscienza e cercare informazioni attendibili ed esaustive del fatto che esistono soluzioni concrete per riuscire a esaudire questo desiderio e che, se necessario, è possibile ricorrere anche alla donazione di ovociti. Le donatrici, anonime, culturalmente propense ad aiutare a dare vita, sono alleate preziose e discrete nella realizzazione di questo delicato percorso,” conclude la dottoressa Zucchetta.