Molto spesso il ruolo chiave in una coppia che ha difficoltà ad avere figli viene attribuito alla donna, non soltanto sotto il profilo fisico, ma anche dal punto di vista mentale. Stress, depressione, ansia, tensione, sconforto sembrano essere stati d’animo che colpiscono solo la sfera femminile: purtroppo non è così. Se da un lato è vero che a concepire e portare avanti la gravidanza è la donna, bisogna tener conto del fatto che questa condizione è frutto di un desiderio condiviso della coppia, e nel momento in cui un figlio tarda ad arrivare anche il futuro padre ha un suo bagaglio di stress e tensioni, fattori che possono richiedere il supporto psicologico da parte di un professionista.
Se un uomo e una donna sognano di diventare genitori è importante che gli stessi, prima di intraprendere una gravidanza, sia naturalmente che medicalmente assistita, si trovino in uno stato mentale di serenità e calma. Spesso infatti lo stress incide negativamente all’interno del processo riproduttivo, favorendo l’insorgenza di complicazioni e rallentamenti. Questo avviene se si parla di un concepimento per via naturale e, ancor più, quando si tratta di un percorso di riproduzione medicalmente assistita, un’esperienza difficile da affrontare per entrambi i componenti della coppia.
Nella prassi clinica si presta grande attenzione alla necessità della donna per garantirle il giusto appoggio anche a livello psicologico, spesso si chiede anche al partner di dedicarle particolari cure e di sostenerla in questo difficile percorso. Affrontare questa esperienza però non è facile nemmeno per la parte maschile della coppia e sottovalutarne i suoi bisogni può trasformarsi facilmente in un grave errore.
L’uomo e l’importanza del suo benessere nella procreazione medicalmente assistita
L’uomo soffre nel non riuscire a formare una famiglia con la propria compagna, ma preferisce celare i suoi pensieri per dare appoggio alla stessa, per sostenerla al meglio in questo lungo e difficile percorso, che spesso prevede il ricorso alla fecondazione assistita. Le paure che l’uomo si vede costretto ad affrontare sono molteplici: non riuscire a conoscere la paternità, il rischio che la donna che ama non riesca mai a provare la gioia della maternità, la possibile perdita di equilibrio all’interno della coppia in caso di fallimento, la messa in discussione della propria virilità. Si sente inutile e passivo in una situazione a cui vorrebbe trovare una soluzione, soffre per la perdita di intimità nella coppia, dove l’assenza di bambini si fa onnipresente, si sente diverso dai suoi amici già padri. Ma, nell’esperienza con i pazienti, risulta evidente che in questa difficile situazione l’uomo ritenga inappropriato preoccuparsi per i suoi sentimenti e cominci a chiudersi in sé stesso con l’unico desiderio che il trattamento vada a buon fine, riversando tutte le cure e le attenzioni verso la propria compagna.
Quel che diventa sempre più evidente è che l’infertilità comporta uno stress emotivo anche per gli uomini, indipendentemente dalla gravità della condizione in sé stessa. L’uomo soffre di uno stress indiretto, determinato dalla fatica che la partner è costretta a sopportare sottoponendosi ai trattamenti, maturando un sentimento di impotenza dinnanzi a ciò, non potendo far nulla per evitarlo e potendo essere d’aiuto solo con il supporto emotivo.
La capacità procreativa dell’uomo è culturalmente e socialmente legata al concetto di mascolinità e alla qualità del suo seme. Per questa ragione l’esperienza di infertilità, con i relativi esami e terapie, può costituire un vero e proprio trauma per alcuni uomini, al punto da innescare delle difficoltà sessuali e reazioni psicosomatiche, che vanno dall’impotenza al calo del desiderio. A differenza delle donne, però, gli uomini tendono a evitare di affrontare le emozioni relative al problema, investendo all’esterno, ad esempio sul lavoro, le proprie gratificazioni e scaricando tensioni negative e ansie.
Il consiglio alle coppie che stanno riscontrando difficoltà a concepire un figlio, oppure hanno intrapreso un percorso di PMA, è quello di mantenere aperto il dialogo e di affrontare insieme un percorso psicologico. L’uomo, al pari della donna, ha bisogno di essere guidato e aiutato per superare questa prova e sentirsi capito e ascoltato è fondamentale. Presso il Centro di Medicina della Riproduzione Biogenesi, che opera in convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale, è sempre disponibile un servizio di supporto psicologico al quale la coppia può accedere sia prima che durante il trattamento. Il giusto supporto consentirà loro di affrontare tutto il percorso di PMA in uno stato mentale ottimale, con una netta riduzione dello stress e senza andare a danneggiare gli equilibri della coppia.